Ringiovanire di trent’anni, senza alcun aiuto della medicina estetica ed in un solo pomeriggio può essere possibile? Certamente per me lo è stato quando, con la mia amica Martina, bella e giovane ragazza, abbiamo deciso di fare una visita con annessa degustazione all’Azienda vinicola Castello del Terriccio. Condividere delle esperienze con amiche così è indubbiamente fonte di tanti benefici, primo tra tutti imparare. Perché Martina è una grandissima Sommelier che racconta davvero ciò che sente nel vino. Ha saputo cogliere nel diploma un inizio per un allenamento che prevede studio, degustazioni, abbinamenti, viaggi, assaggi. Tutto diventa per lei una palestra per affinare il palato. Il Castello del Terriccio dista veramente poco da dove abitiamo, vicinissimo al Casello Autostradale di Rosignano, ma quando imbocchiamo la strada oltre il cancello è come attraversare delle porte magiche e immergersi in un mondo inaspettato, una specie di Narnia dove il tempo inizia a scorrere diversamente rispetto al mondo reale. Il lungo viale offre una vista suggestiva: querce, lecci, eucalipti, e ancora prati, casali, distese erbose e profumi che ti catturano.

Al nostro arrivo siamo accolte da Annalisa, la nostra guida nella visita dell’Azienda e nella degustazione. Questa ragazza, che salirà nei primi posti della mia personale classifica di guide delle degustazione, fa una cosa data per molti come scontata ma che per me è di importanza vitale: la giusta accoglienza. Far sentire una persona a proprio agio nel panorama affollato delle offerte delle cantine secondo me diventa un punto di forza. Sarò anche vecchia nel pensare ma l’accoglienza per me è un grande valore, e sviluppare subito un’empatia che soddisfa il cliente valorizza ogni cosa che viene offerta compreso il territorio.

Annalisa inizia la nostra visita portandoci in un punto dove godiamo di una vista mozzafiato, dove hai la sensazione di essere sospesa nel tempo, boschi, vigneti e campi si alternano e si realizza che la mano dell’uomo ha cercato un equilibrio con la natura. Scopriamo che il Castello del Terriccio ha 1500 ettari di cui 65 destinati a vigneto e 40 a uliveto e un allevamento allo stato brado di razza Limousine. Annalisa poi ci racconta la storia di quel luogo che inizia con gli Etruschi; infatti, quando fu effettuato uno scasso per impiantare delle viti fu trovato un reperto di questa antica civiltà che raffigurava un sole ad otto punte, il “Sole Etrusco”, oggi logo dell’Azienda.

Nel Medioevo il Castello aveva la funzione di torre di segnalazione per l’arrivo dal mare dei Saraceni e quindi di protezione per gli abitanti.

Tra il duecento e il Trecento il vescovo di Pisa dette la concessione della proprietà ai conti Gaetani poi successivamente acquistata dai principi polacchi Poniatowski che la tennero fino alla prima metà del ‘900 e furono loro che dettero vita ad una produzione agricola. In seguito, la tenuta viene acquisita dai marchesi Serafini Ferri ed è qui che inizia il processo che porterà l’azienda ad una attività molto simile a quella che abbiamo oggi.

Si deve a Gian Annibale Rossi di Medelana la produzione di vini di altissima qualità. Mentre Annalisa raccontava mi sono ripromessa di conoscere qualcosa di più di questo signore del vino ed a casa mi sono vista alcune interviste dove parlava della grande esperienza e utilità del lavoro contadino, veramente un grande. Oggi il proprietario è un erede Vittorio Piozzo di Rosignano Rossi di Medelana il quale, ha detto Annalisa, sta portando avanti i progetti dello zio con innovazioni al passo con i tempi.

Proseguiamo la nostra visita nella cantina nuova dove si trovano le cisterne in acciaio ma anche vasche in cemento che sono ottimi contenitori per vini destinati ad affinamenti più lunghi. Passiamo poi alla Cantina Storica e qui troviamo i vini all’interno di tonneau di rovere francese.

Al piano superiore c’è una stupenda sala e salendo ancora una terrazza dove il panorama toglie il fiato. Completiamo il giro della tenuta immerse nei colori dell’autunno ed andiamo verso l’edificio che un tempo era la falegnameria per iniziare la degustazione. Visto che avevamo fatto una bella camminata Annalisa ci offre un calice di Con Vento Toscana Bianco Igt  ottenuto da uve Viogner e Sauvignon Blanc il cui nome deriva da un edificio che ospitava anziani preti “in pensione“ una sorta quindi di convento.

Al naso spiccano subito le erbe aromatiche poi frutta a polpa bianca tipo pesca tabacchiera, fiori bianchi e agrumi. Prende definitivamente posto nel mio cuore. Continuiamo con un Tassinaia 2018 da uve Cabernet Sauvignon, Merlot che deve il nome dalle pietre presenti nel terreno. Bellissime e calde note di frutti rossi del bosco ed erbe aromatiche, tannini eleganti. Passiamo al Castello del Terriccio 2013 e ci viene offerto per accompagnare la degustazione del pane caldo di loro produzione olio extra vergine di oliva igp toscano blend di moraiolo leccino maurino frantoio pendolino rosciola e tre piccoli assaggi dal ristorante Terreforti.

Il Castello del Terriccio per me è un vino veramente interessante e intrigante. E’ un blend di Syrah, Petit Verdot e un mix di uve a bacca rossa e quello che sento al naso sono spezie molto particolari e in bocca molto persistente. Credo di doverlo acquistare per scoprire tutto quello che racchiude……Ci dedichiamo poi all’elegante Lupicaia.

Annalisa ci spiega mentre versa il vino nei calici (fra l’altro bellissimi adoro la cura dei dettagli) che la vendemmia avviene manualmente e viene fatta una selezione dei migliori grappoli e che il nome Lupicaia deriva da un ruscello dove vedevano i lupi che andavano ad abbeverarsi. Iniziamo con il 2006, Cabernet Sauvignon, Merlot, Petit Verdot. Meraviglioso colore rubino intenso, al naso frutta rossa come more, ribes , mirtilli spezie e cioccolato, tannini morbidi. Nel 2010 sparisce il Merlot e io amo l’enologo per questo. Non ho niente contro il Merlot ma insieme al Cabernet Sauvignon mi si accentuano i sentori erbacei che, non essendo una fine intenditrice, non mi esaltano, mentre adoro la rotondità che dà il Petit Verdot, ma d’altra parte… il gusto è libero…..Vino elegante e equilibrato con sentori di frutta rossa, liquirizia ,cacao, un’acidità piacevole e una persistenza notevole. Il Lupicaia 2012 ha un colore rubino profondo anche qui frutta rossa come amarena e mora cioccolato eucalipto e agrumi. Quello che mi piace sono i tannini morbidissimi.

Terminata la degustazione andiamo via molto soddisfatte e contente perchè, oltre ad un’ottima degustazione ed un bel pomeriggio tra amiche, per qualche ora abbiamo fatto un bellissimo viaggio nel tempo. Mentre percorriamo di nuovo il viale per tornare a casa, mi viene in mente una canzone di Battiato, maestro nello spiegare le emozioni con parole e musica”…..ed è bellissimo perdersi in questo incantesimo…..Arrivederci Castello del Terriccio!

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