Tra la metà e la fine degli anni ’70, per un adolescente che non voleva essere considerato un extraterrestre, era necessario dichiarare che adorava i Pink Floid. Lo facevo anch’io, perciò quando venivano a trovarmi i miei amici, sul piatto dello stereo c’era sempre The Wall. Appena se ne andavano però il vinile ritornava nella sua confezione od al massimo, già che era lì, potevo ascoltare le tre parti di Another brick in the wall.
Io in realtà amavo Fausto Papetti, un genio che con il suo inimitabile sax ha inventato il “genere strumentale” in Italia. I brani famosi e colonne sonore di film cult che componevano le sue raccolte (le avevo acquistate tutte investendoci paghine e paghette), erano arrangiati in modo che la melodia prevalesse sulle parole. Poi però cresci, maturi, invecchi e ti passa la paura di esprimere il proprio parere quando dici qualcosa fuori dal coro. In pratica migliori come quei vini adatti all’affinamento. Perciò, proprio parlando di vini e nello specifico di spumanti (mi rifiuto categoricamente di chiamarli bollicine perché lo trovo riduttivo) ho la mia personale classifica di preferenza.
Ogni anno c’è una manifestazione “The Champagne e Sparkling Wine World Championship” per eleggere il miglior Spumante. Generalmente a fronteggiarsi sono sempre Champagne e Franciacorta, ecco, io tra i due litiganti preferisco il terzo, Il Cava. Viene prodotto nella zona del Penadès, vicino a Barcellona e si utilizzano varietà di uva bianca proprie della Catalogna: Macabeo, Xarel-lo, Parellada, in perfetta armonia tra loro. Talvolta compare lo Chardonnay. Le ragioni per le quali mi piace tantissimo sono innanzitutto perché è uno spumante fresco ma equilibrato, non troppo aromatico ma di una qualità eccezionale, è prodotto secondo il Metodo Classico ma non è una copia dello Champagne; infatti, ha la sua grande personalità e, cosa per me importantissima, un ottimo rapporto qualità prezzo. Un buon Cava ha sempre un costo inferiore a uno Champagne di pari livello ma non sempre un prezzo elevato significa migliore qualità del vino.
Forse leggendomi nel pensiero come fa da quando ci conosciamo, il mio aiutante, in occasione del nostro …esimo anniversario di matrimonio, approfittando di un’offerta last minute, mi ha regalato un weekend proprio nella patria del Cava, Barcellona.
Con poco più di un’ora di aereo ed un tratto in pullman, che ci ha riportato ai tempi del liceo, siamo arrivati in questa magica città e non abbiamo fatto in tempo a posare le valigie che siamo partiti alla sua scoperta. Dall’ albergo, situato sulla Ramblas ci siamo addentrati nel quartiere gotico, verso i palazzi disegnati da Gaudì che sembrano sogni di un bambino fino alla Sagrada Famiglia.
Fino a che non l’ho vista dal vivo non pensavo di rimanere così colpita da quest’opera che ancora è un cantiere in fermento e molto probabilmente sarà attorniata dalle gru per un altro anno. Le nostre chiese più importanti sono opere del passato anche lontano ed hanno richiesto decenni per la loro realizzazione e stupisce che nel mondo veloce nel quale viviamo non sia cambiato il tempo necessario alla loro costruzione. Mio marito dice che una cattedrale è quasi sempre un’opera in continuo divenire perché è frutto di un lavoro costante per elevarsi all’infinito… ma lui è quello acculturato!
Stanchi di questa lunghissima camminata ci siamo diretti in un locale per degustare tapas e cava ed abbiamo scelto la “Cerveteria Catalana” dove abbiamo letteralmente spolverato dei Flautes con pernil iberico de gla (dei mini sfilatini con un fantastico prosciutto), dei Gambetes al ajillo (Gamberi all’aglio in salsa piccante), Anxoves (Acciughe fritte) e…. Cava!!!
Il nostro primo Cava in Spagna è stato un Mistinguett, di un bel colore giallo paglierino con riflessi verdognoli con aromi ben equilibrati di mela, ed albicocca. Il blend è quello classico con uve Macabeo, Xarel-lo e Parellada. In bocca si percepisce una leggera sensazione di acidità ma è armonico e con un retrogusto elegante.
Sulla via del ritorno ci siamo recati al mercato “La Boqueria S. Josep, un vero e proprio paese dei balocchi per gli appassionati di buon cibo, dove abbiamo guardato…ma non toccato.
Con i piedi fumanti ci siamo concessi un aperitivo a “El Regulador”, un ottimo Cava Primas Vides de Codorniu, un brut catalano dal colore giallo brillante con un perlage fine e persistente. Al naso si percepiscono aromi fruttati dolci, agrumi, pane tostato e miele, mela e frutta secca. In bocca leggermente acido, equilibrato ed elegante.
Questa pausa ci ha preparati per la cena in uno dei più caratteristici ristoranti di Barcellona, il Butafumero. Un locale enorme ma con un servizio molto accurato grazie al numeroso personale. In base all’acquolina in bocca che ci era venuta osservando i crostacei al mercato delle Ramblas la nostra scelta è caduta sulla Mariscada, un piatto a base di aragosta, scampi, gamberi, frutti di mare e…tanto tanto altro.
Quando abbiamo visto arrivare per noi due un vassoio di un metro di lunghezza pieno di pesce freschissimo, per essendo persone di appetito, ci siamo detti che era meglio non ordinare altro. Per esaltare questo meraviglioso piatto non poteva mancare l’ennesimo cava. Questa volta abbiamo degustato il Naveran Naute un biologico ottenuto da uve Macabeo, Xarel-lo, Parellada e Chardonnay. Il colore è giallo brillante con bollicine fini e persistenti. Al naso il tipico odore di agrumi, mela, pane tostato, miele e frutta secca. In bocca ha un gusto equilibrato e persistente.
Il giorno successivo ci siamo recati in un luogo che mi ha fatto capire ed apprezzare Gaudì: il Parco Guell. Oggi è un luogo pubblico ma nelle intenzioni iniziali doveva essere una città giardino ed ospitare le dimore dei nuovi signori di Barcellona. L’opera rimase incompleta, sia per mancanza di fondi, sia perché la Sagrada Famiglia diventò per l’architetto l’unico lavoro della sua vita. La cosa particolare del parco è che tutti gli elementi architettonici si integrano perfettamente con la natura.
Non ci sono linee dritte ma solo curve perché Gaudì riteneva che in natura non fossero presenti linee rette. Questa opera d’arte nella natura è piena di colori brillanti tra tutti quelli della lucertola/dragone che si trova nella fontana vicino all’ingresso. Piastrelle colorate e mosaici stravaganti vengono uniti per creare un magico paese delle meraviglie.
Il mio aiutante mi ha chiesto di accompagnarlo a vedere l’Ospedale San Pau, al che ero molto perplessa perché, va bene l’attaccamento alla professione ma…Invece quest’opera, ideata dal grande architetto ma anche medico, artista e scrittore spagnolo Montaner lascia veramente stupiti perché, come mi spiegava l’aiutante, è pensato non solo come un ambiente dove si curano le persone ma dove si guariscono anche dalle ferite invisibili della malattia. I suoi edifici, rivestiti in mattoni rossi, sembrano ville di campagna con giardini pieni di piante e fiori.
Ognuno dei reparti dell’ospedale disponeva di un suo proprio edificio, collegato ad altri mediante dei padiglioni sotterranei.
Con queste immagini negli occhi ce ne siamo tornati sulle Ramblas e nel centro di Barcellona, Piazza Catalunya.
Quando si vedono luoghi nuovi il tempo vola ma anche la fame si fa sentire e siamo andati a cena al Lomo Alto, un ristorante che definire paradiso della carne è riduttivo.
Abbiamo degustato un ottimo prosciutto iberico seguito da una bistecca spettacolare. I tavoli del locale sono enormi ed oltre ad un tagliere dove è servita la carne, hanno una lampada che ci viene accesa sopra per tenerla calda. Abbiamo accompagnato questa delizia con un rosso del Duero Viña Sastre del 2021. Tempranillo in purezza, di un bel colore rosso ciliegia, molto fruttato ed elegante. Al naso aromi di frutti di bosco, scorza di pane, spezie e un po’ di vaniglia. In bocca tannico e persistente. In questa occasione, il mio seppure immeritato diploma di Sommelier mi indicava una sola strada percorribile per l’abbinamento!
Il mattino successivo siamo partiti di buon’ora per il rientro e devo dire che questi due giorni sono veramente volati. Barcellona ci ha accolti con la sua solarità ed il suo calore, con le sue opere d’arte a cielo aperto, con buon cibo ed ottimo vino. Sicuramente ci ritorneremo. L’assistente ha continuato per più e più giorni a salutarmi con… Hola!