“…La mia anima si spande
come musica d’estate
poi la voglia sai mi prende e si accende…”

Mio marito ha l’abitudine, forse dovrei dire il vizio, di sottolineare con le parole di una canzone molti momenti della giornata. Questa canzone di Celentano la canticchia quando, presi da una voglia irrefrenabile di “ciccia”, decidiamo di andare a cena al ristorante “La Magona”. Per fortuna Omar, il proprietario, ci conosce da anni ed un posticino ce lo trova sempre o, se non c’è lo inventa, così possiamo goderci piatti di carne che difficilmente a casa, anche con grande impegno e dispendio di denaro ed energie, saremmo in grado di preparare. Vuoi mettere poi trovare tutto pronto e preparato alla perfezione!

Già la strada per arrivare al ristorante, la bellissima ed unica Via Bolgherese, stimola vista, olfatto ed udito e prepara il palato ai piatti che gusteremo nell’ambiente allo stesso tempo rustico e raffinato del Vallone dei Messi, in mezzo ai vigneti e vicino alle più grandi cantine della Doc Bolgheri; un luogo unico, in aperta campagna e con vista mare.

Data la collaborazione con il guru Dario Cecchini, non c’è da meravigliarsi che all’Osteria Magona il piatto forte siano la bistecca alla Fiorentina e la Panzanese.

Come sapete sono talmente abitudinaria che il cameriere inizia a scrivere la comanda già mentre posteggiamo nel piazzale e, se talvolta cambio, mi chiede se sia successo qualcosa. Non mi faccio mai mancare l’antipasto di bocconcini di filetto con il “ramerino” (rosmarino fuori della Toscana). Un boccone tira l’altro come le ciliegie tant’è che andrei avanti all’infinito con quei piccoli pezzi di carne morbidissima, saporita e profumata. Ne mangerei tranquillamente la quantità contenuta in un camion pellicano.

In un crescendo di ritmo, come il battito delle mani nella “marcia di Radetzky” arrivano al tavolo la bistecca classica e la panzanese che, grazie alla loro qualità ma anche agli aromi di cottura che questo magico territorio regala loro ed alla maestria degli artisti della cucina, sono veramente un’esperienza mistica accompagnate dalle verdurine fritte che variano a seconda della stagione.

Il fornitore ufficiale di ciccia è il macellaio poeta di Panzano in Chianti Dario Cecchini, che sceglie per Omar le migliori mezzene dalle quali dopo circa 40 giorni di maturazione si ricava di una grandissima bistecca, rigorosamente cotta su brace di carbone prodotto da carbonai di Sassetta.

In questo luogo magico troviamo anche una fornitissima cantina. La Carta dei Vini è ricca, chiara, ben comprensibile e dettagliata. Si spazia dai blasonati supertuscan del territorio a Champagne, bollicine nostrane e vini meno conosciuti ma sempre di ottima qualità. Personalmente quando scelgo un vino cerco sempre l’eccellenza ma sto attenta anche al portafoglio e mi oriento verso prodotti che abbiano il miglior rapporto qualità/prezzo.

Con queste delizie abbino volentieri un ottimo vino prodotto a poche centinaia di metri: “Le Ferruggini” della Famiglia Chiappini, che iniziò a coltivare queste terre negli anni Cinquanta quando Giovanni emigrò dalle Marche in Toscana. Si tratta di un rosso assemblato con Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Syrah di un bel colore rosso rubino intenso che ben si armonizza con quello della carne ed aromi di frutta rossa matura, rosa, viola e pepe nero. Se fossi all’esame finale per Sommelier parlerei anche di mineralità, ma tale sentore si trova per me in una nebulosa che non ho ancora esplorato. Il sapore è piacevolmente fruttato, morbido, tannico. In definitiva per i parametri comuni e per i miei in particolare… è buono.

Anche il ritorno a casa è piacevole. Il mio desiderio di carne è stato soddisfatto per un po’! E poi, ripercorrere il viale e lasciar vagare lo sguardo sui duemilacinquecentoquaranta cipressi (giuro che li ho contati!!!) mette di buon umore e mi fa ricordare la fortuna che ho di vivere in questo territorio sospeso tra cielo e mare.

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