La Barcaccina inizio anni ’70
I costumi e le abitudini sociali sono molto cambiati da quando negli anni ’60 ero una bambina, e negli anni ’70 una ragazzina. Facciamo un esempio con la discoteca. All’epoca si andava a ballare solo il sabato sera o la domenica pomeriggio e l’ordine tassativo dei genitori era di rientrare a casa a mezzanotte nel primo caso ed intorno alle 18.30/19.00 nel secondo. Oggi in discoteca ci puoi andare quasi tutte le sere ed a mezzanotte i giovani si danno un’ultima occhiata nello specchio di casa per poi partire, altro che rientrare a casa!!!
Sinceramente ho preso questo esempio di cambiamento senza averne una particolare esperienza, sia perché la realtà nella quale ho vissuto era quella di paese, sia perché in discoteca ci sono stata solo due volte in tutta la mia vita: una al Baba Yaga ed una in Barcaccina. Con il buio che c’era mi muovevo a tentoni e la musica a tutto volume mi impediva di sentire cosa mi dicevano gli amici. La cosa che ricordo con piacere era la Coca Cola con il Rum e la fettina di limone.

Un’altra abitudine che è mutata nel tempo è il modo di fare l’aperitivo, che ha cambiato anche la sua funzione originaria cioè di “preparare” lo stomaco al  successivo pasto, trasformandosi anche  in “Apericena”, un vero e proprio sostituto della cena.

Quando frequentavo le elementari era consuetudine fare l’aperitivo la domenica mattina. Bagno nella vasca, vestito della festa, che era vietato sporcare, e si usciva con il babbo, perché le donne preparavano il pranzo. Giratina in “paese” che poi era in centro…. ed a seguire acquisto delle paste da Cucchiara. Le nostre sono state sempre 12 e sempre le stesse: quattro diplomatici due bignè alla crema due alla cioccolata due coni con crema e due girelle di pasta choux con dentro la panna e sopra la granella di zucchero. A quel punto via al bar per l’aperitivo: i babbi prendevano il Punt e Mes, il Campari con il bicchiere dal bordo zuccherato e la fettina di limone o il vermut “bianco” con l’oliva dentro. Alcuni si sbizzarrivano con la China. Uno potrebbe chiedersi il perché di un digestivo prima di mangiare. La risposta è semplice: perché dopo pranzo la riprendevano…. ma calda.

Il Bar di casa: la mia fonte di ispirazione

Ai bambini venivano servite in ordine di gradimento le seguenti bevande. Spuma bianca, Gazzosa, Bitter San Pellegrino e il Chinotto.
Dopo, tutti a mangiare e, ci scommetto qualsiasi cosa che per le persone che sono vintage come me, il pranzo iniziava con le lasagne al forno.

Oggi l’aperitivo ha cambiato collocazione temporale; si fa dalle 19.00 alle 21.00 praticamente tutte le sere ed è diventato un  bel momento di convivialità per ragazze e ragazzi ma anche per i meno giovani.

Amo tantissimo questa nuova abitudine, anche perché i liquori utilizzati un tempo vengono miscelati con succhi di frutta, bitter, spezie ed entrano in scena Gin ,Vodka, Rum…..arrivano i cocktail. Devo riconoscere che ho un debole per molti, ma quello che preferisco è lo Spritz Veneto. Quando lo bevo sono diventata però purtroppo molto critica ed esigente. Talvolta sento il Prosecco un po’ scadente, altre volte le proporzioni della miscelazione non mi sembrano giuste…. poi però va a finire che lo bevo lo stesso.

Un’altra cosa che mi piacerebbe fosse servita con l’aperitivo sono le tartine o crostini sfiziosi delle dimensioni di un morso e via (ricordarsi che non ci sono le posate!).

Non ho nulla contro patatine, noccioline, pistacchi e triangolini di mais; ne mangerei a quintali, ma con lo Spritz gli altri stuzzichini mi danno più allegria. Devo dire che ho due posti del cuore dove faccio l’aperitivo.

 

Nel primo generalmente ci fermiamo anche che a cena… classica senza il suffisso “aperi”. Si tratta dei Bagni Santa Lucia, sulla spiaggia di Donoratico, la mia Polinesia. Devo dire che lo Spritz qui è molto equilibrato, ma la cosa che mi esalta sono le “zonzelle” toscane calde che lo accompagnano. È una preparazione semplice, con pochi ingredienti, un impasto a base di farina e poco altro che viene tagliato a striscioline e dopo la lievitazione viene fritto e salato. Per me hanno un potere terapeutico. L’ultima che rimane nella ciottola innesca un duello di sguardi di sfida fra me e mio marito. Dopo una passeggiata sulla riva iniziamo la nostra cena.

Sere fa abbiamo diviso un antipasto di mare degustazione a tapas e due grigliate di pesce con verdure. A questo proposito mi viene un po’ da sorridere perché mi vengono in mente le recensioni di cucina che alcuni esperti fanno sui social. Oltre ad essere “decorate” con svariati termini inglesi: tasty, texture, smart….i piatti vengono descritti come se si stesse facendo un trattamento in una Spa ed alla fine ti chiedi se il cibo era davvero gustoso e gradevole. Io sarò un po’ come lo studente Verzo ( i miei coetanei ricorderanno questo personaggio di Alto Gradimento) ma dico che nella cucina di Andrea e Roberta c’è amore. Amore per la ricerca delle materie prime ed amore nella realizzazione dei loro piatti. Il vino è il caro amico di sempre, il Vermentino Antinori, una grande spalla nel brutto periodo del Lockdown dove l’ho usato anche per fare uno Spritz, dato che avevo finito il Prosecco…così alla fine abbiamo bevuto un Pirlo (Spritz bresciano).

L’altro posto del cuore, al grido di “chi fa da se si accontenta” è casa mia. Succede di rado, ma quando ne ho voglia inizio a fare delle fette di pane posato alte un centimetro e con il coppapasta realizzo dei dischetti a dimensione morso e li metto a tostare in forno. Acquisto due formaggi soli come base da spalmare e preparo: robiola salmone erba cipollina, robiola pesce spada affumicato gocce di lime e pepe rosa, robiola mortadella granella di pistacchi. Con la burrata su alcuni dischetti metto le acciughine su altri aggiungo prosciutto crudo. Se non mi sono dimenticato di comprarlo, anche dischetti di pecorino con un poco di miele e gherigli di noce.

È la volta di preparare lo Spritz, che eseguo fedelmente come da ricetta originale. Riempio il bicchiere di cubetti di ghiaccio, aggiungo tre parti di Prosecco, due di Aperol, una spuzzata di seltz e mezza fettina di arancia. Mescolo con un cucchiaio dall’impugnatura lunga.

Questa è la nostra Apericena e sicuramente la mia ora felice perché si possono preparare in anticipo sia gli stuzzichini che i taglieri, non si accende il gas, si possono invitare gli amici con i quali stai bene ed in relax e dopo, cosa importante, i piatti e i bicchieri da lavare sono veramente pochi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *