Nel mio DNA sono presenti pochissimi geni del romanticismo. Lo sa bene mio marito: niente nomignoli o frasi sdolcinate ma più che altro niente festeggiamenti per San Valentino se non vuole svegliare il Grinch che è in me.

Ricordo la fatica che facevo a rispondere ai suoi bigliettini elaborati e pieni di frasi d’amore che mi scriveva più e più volte al giorno. Naturalmente questa cosa in seguito gliel’ho confessata ma, d’altra parte, chi nelle prime fasi della conoscenza non nasconde i lati peggiori del proprio carattere per far colpo sulla persona che gli interessa? Per completare il quadro, adoro il calcio, seguo con attenzione il Calcio Mercato e leggo da sempre La Gazzetta dello Sport. Come rinforzo motivazionale guardo i film di Rocky, specialmente il terzo e, quando ascolto “eye of the tiger”, tonifico la mia autostima. Ma una debolezza romantica la possiedo anch’io. Sono i cartoni animati della Disney: Dumbo, Gli Aristogatti, Biancaneve e i sette nani….Le prime volte che li ho guardati erano riprodotti su oggetti che, al solo ripensarci mi prende un’irrefrenabile nostalgia: le cassette VHS. Semplici da usare, robuste da maneggiare, belle da riporre negli scaffali della libreria tant’è vero che quando ne collezionavi un numero consistente, avevi l’impressione di essere il fortunato possessore di una cineteca. Insieme a mio figlio le guardavamo miliardi di volte, tanto che se mi toglievano l’audio potevo tranquillamente doppiare i dialoghi. Uno in particolare però mi scaldava e mi scalda ancora oggi il cuore: “Lilly e il Vagabondo”. La scena che più mi piace è quando i due cagnolini mangiano gli spaghetti con le polpette. Dallo schermo mi sembrava di sentirne il profumo. Detto fatto, da subito ho deciso di cucinarli anch’io, imponendomi di non seguire alcuna ricetta preconfezionata ma lasciandomi guidare soltanto dalle mie sensazioni ed emozioni.

Questo piatto, che nella sua semplicità sostituisce un primo ed un secondo non è adatto solo ai bambini ma piace a qualsiasi età. Anche perché bisogna considerare che Lilly e il Vagabondo non sono due cuccioli ma due cani adulti che escono per andare a mangiare al ristorante. Tra le note dell’autore devo anche ammettere di essere una “polpettara” il che, nel mio personale dizionario, assume il significato di colei o colui che cucina polpette in previsione di mangiarne una quantità considerevole. Le preparo spesso adoperando macinato di carne, ma anche baccalà, tonno, pollo, ceci, mozzarella e prosciutto cotto e…tanti altri ingredienti.

Quelle che rimarranno però per sempre nel mio cuore le preparava mia nonna con lesso e patate avanzati. Polpette di nonna Marina 1 cucina molecolare 0.

Ritornando agli spaghetti di Lilly e il Vagabondo inizio preparando una bella salsa al pomodoro. Prendo i pomodori Picadilly, li taglio a croce e li scotto qualche minuto nell’acqua bollente per togliere più facilmente la buccia e già che sono a soffrire tolgo anche i semi. Nel frattempo, ho preparato un trito di carota, sedano e cipolla bianca con uno strumento medioevale: la mezzaluna. Faccio soffriggere un po’ queste verdure nell’olio d’oliva ed aggiungo i pomodori, un po’ di sale e lascio cuocere fino a che i pomodori diventano morbidissimi. Appena si è raffreddata frullo tutto nel mixer, rimetto la salsa a ritirare un altro po’, aggiusto il sale…..  in attesa delle polpette.

La Famiglia Quaglierini…
i miei fornitori ufficiali di carne di qualità

 

 

 

 

 

 

Uno degli ingredienti chiave è il macinato che mando sempre mio marito a comprare dal nostro macellaio di fiducia, che è anche un suo amico. In genere gli faccio un biglietto con la grammatura della carne che mi serve con delle note tipo fattelo dare buonissimo, raccomandati che sia fresco…..ed altre amenità,  pensando che questo scritto non lo veda nessuno. Invece ho scoperto mio malgrado che con questi biglietti mio marito e il macellaio Quaglierini si fanno delle sonore risate. Tornando alle polpette mescolo, rigorosamente con le mani, macinato di carne, uovo, parmigiano reggiano, pan grattato ed un po’ di mollica di pane raffermo bagnato in acqua, sale.

Quando tutto è amalgamato faccio le polpette arrotolando il composto tra i palmi aperti delle mani . Devono essere piccole e regolari per dimensioni e forma. Dopo le prime 25 la cosa mi sfugge di mano e le ultime non hanno nessuno di questi requisiti…ma va bene così. Metto le polpette in frigo una mezz’ora per compattarle e poi, dolcemente, a cuocere nella salsa. Butto  gli spaghetti nell’acqua che ho messo a bollire e  belli ardenti li metto nel tegame della salsa, mescolo piano per non sciupare le polpette e… a tavola!

Per il vino non ho dubbi: un bel rosato. Ho a disposizione Cassiopea Bolgheri Rosato Poggio al Tesoro alla temperatura ideale di circa 8-10 gradi. Parlo della temperatura perché ho una cantinetta di cui vado molto fiera e che mi permette di conservare correttamente i vini. Regalo di mio marito per i miei 58 anni.  Tornando al vino mi piacciono le sue note di frutti di bosco in particolare le more ma la cosa che più mi esalta è la piacevole sensazione di freschezza….alla casella della mia personale scheda di degustazione metto un proprio buono e bel colore!

Lieto fine per il film ma anche per i miei piatti che dopo “scarpette” ripetute sono così puliti da andare direttamente in lavastoviglie senza passare dal rubinetto dell’acqua.

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