Tra i vantaggi di avere come marito un aiutante/tecnico informatico/enciclopedia migliore di Google, c’è anche quello che oltre alla passione per il suo vero lavoro, ha quella di studiare ed aggiornarsi continuamente.

Proprio per uno di questi aggiornamenti siamo partiti qualche giorno fa alla volta di Trieste ed ho avuto la fortuna, che oltre a due colleghe che con lui partecipavano al congresso, ci fossero anche due fantastici accompagnatori. Abbiamo formato così una bella ed assortita compagnia dove erano presenti la cultura storica, la tecnologia moderna e l’esperienza enogastronomica.

Appena arrivata in questa città la cosa che mi ha colpita e sorpresa è stata la gentilezza dei luoghi e delle persone e mi è venuta in mente una frase di Goethe:

“La gentilezza è la catena forte che tiene legati gli esseri umani”.

In questi primi giorni di dicembre, con il vento che soffia nei grandi spazi aperti delle piazze e delle grandi strade strapazzando i nostri ombrelli e facendoci assomigliare più che a Diabolik ed Eva Kant (proprio qui è stato girato il film) a Mary Poppins e Bert, abbiamo fatto un tour della città by night.  È stato bellissimo passeggiare per le vie disposte a scacchiera ed i palazzi a misura d’uomo, progettati da generazioni con più cultura, più studio, più cosmopolitismo, più buone idee e più buone maniere. Abbiamo visto Piazza dell’Unità d’Italia, Piazza della Borsa, il lungomare con il Molo Audace ed il Canal Grande; sembrava di vivere in un luogo fuori dal tempo. L’albergo, un edificio storico che un tempo fu una delle case dello scrittore irlandese James Joyce, quando siamo rientrati, ci ha accolto come un caldo abbraccio.

La mattina successiva, mentre c’era chi si dilettava al Congresso, io e i miei compagni di avventura ci siamo dedicati ad esplorare la città raggiungendo il Castello di San Giusto e la Cattedrale che si trovano sulla sommità del colle che domina Trieste. Il primo insediamento del Castello è antichissimo, risale al 1000 avanti Cristo ed è proprio dal lì che è originata Trieste. Accanto c’è la Basilica di San Giusto. La semplicità è la caratteristica principale della chiesa che presenta una facciata impreziosita da un rosone gotico.

Ritornando sul tema della gentilezza, è accaduta una cosa mai vista prima. Quando qualcuno ci vedeva leggermente indecisi su quale strada prendere (poche perchè l’esperto in tecnologie moderne è un tom tom vivente),ci fornivano indicazioni spontaneamente.

Tutto questo camminare ci ha fatto venire appetito e siamo andati in uno dei locali più tipici della città, la Trattoria da Pepi, nella centralissima Piazza della Borsa dove abbiamo mangiato un favoloso bollito realizzato utilizzando la tecnica originale della cottura in caldaia delle carni di maiale ed accompagnato da patate e crauti… i più buoni che abbia mangiato.

Dato che il bollito è un piatto che non si presta a compromessi del gusto, in pratica o piace o non piace, un membro della nostra compagnia ha preso un piatto di prosciutto San Daniele e formaggi. Per gustare queste delizie le abbiamo abbinate al re dei vini rossi friulani, Il Refosco dal Peduncolo Rosso, che deve il suo nome alla colorazione rossa del peduncolo, della base del raspo. Ha un bel colore rosso rubino con riflessi violacei. Gli aromi sono quelli della mora selvatica, prugna e viola. Ha molta acidità e questo consente di “sgrassare” il bollito. I tannini sono decisi ma vellutati. Sul dolce tutti d’accordo, a fine pasto ci siamo gustati uno Strudel. Sarà una suggestione, ma mangiare questo dolce nella sua città ha un gusto particolare, come mangiare la pastiera a Napoli, il buccellato a Lucca, la Torta coi bischeri a Firenze. È come se la città desse il suo particolare sapore a quel cibo.

Visto che chi si era dedicato allo studio non aveva potuto godere di quest’ottimo pranzo, alla sera siamo andati a cenare al Bistrò 51, un moderno ristorante dove è possibile assaporare piatti della tradizione rivisitati in chiave moderna. Abbiamo preso come antipasto polpo cotto a bassa temperatura con crema di burrata, salsa al basilico, pomodoro secco di Calabria e nebulizzazione di Gin Mare. A seguire orecchiette Pugliesi al pesto di rucola, alici di Cetara, crema di burrata, pomodorini confit, il tutto accompagnato da Prosecco extra dry millesimato.

Purtroppo le cose belle finiscono presto e, per consolarci del nostro ultimo giorno in città, in attesa che i nostri eroi terminassero i lavori congressuali, ci siamo lanciati in un tour dei Caffè storici. Siamo partiti dalla pasticceria Pirona dove abbiamo visto esposti dolci tipici come Presnitz, Putizza, Pinza, Fave, Marzapani e Mandorlati. Ci siamo trattenuti e siamo approdati al secondo locale, il Caffè Torinese. Entrando è come ritornare agli anni Venti, infatti questo locale conserva ancora intatti al suo interno gli arredi originali: un sontuoso lampadario in cristallo, il bancone in stile liberty e il mobilio in legno opera dell’ebanista Giuliano Debelli noto per aver arredato le navi passeggeri di inizio ‘900 Vulcania e Saturnia.

Non potevamo resistere, ed i nostri buoni propositi di “guardare e non mangiare” sono naufragati davanti ad un caffè eccezionale, ad una mini-porzione di Sacher Torte e ad un’atmosfera che ci ha fatto dimenticare il trascorrere del tempo.

Ci siamo imposti, anche se un po’ a malincuore, di metterci sulla via del ritorno e, per consolarci, rientrati nella nostra Toscana ci siamo fermati a San Miniato. In realtà sia all’andata che al ritorno abbiamo fatto due tappe, una a Ferrara ed una a Bologna… ma questa è una storia da raccontare nella prossima puntata…

Tornando a San Miniato, il pit stop è stato presso il Ristorante Papaveri e Papere dove abbiamo assaporato un meraviglioso tipico piatto di tagliolini al tartufo ed una tartare di chianina accompagnati da un Pinot Noir 2021 Terlan. Il vino è di un bel rosso vivo rubino ad ha uno spettro aromatico che spazia dalla mora al mirtillo nero, alla liquirizia, con una leggera nota di sottobosco. Al palato è un vino equilibrato, leggermente tannico, un equilibrio che conferisce a questo vino una grande eleganza. Per il Sommelier un Pinot equilibrato. Per Alessandra: Buono+.

Anche questo viaggio mi ha regalato emozioni, buon cibo, buon vino ed anche un’ottima compagnia. Trieste, come dice Umberto Saba, “ha una scontrosa grazia” ma, come ho scritto all’inizio, ha anche tanta gentilezza che è il più importante strumento nelle relazioni umane, fa la differenza nella qualità dei rapporti e riesce davvero e legare uomini e donne con la forza di una catena, una forza fatta di dolcezza e di rispetto reciproco.

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